La zona del Parco Naturale Adamello-Brenta dove è più facile incontrare l'orso è quella occupata dal lago di Tovel, dall'omonima valle e dai monti che separano questa dall'adiacente Val di Non. Orsi a parte, la Valle di Tovel godeva fino al 1965 di fama mondiale per un fenomeno assolutamente unico: l'arrossamento estivo delle acque del piccolo, bellissimo lago che le dà il nome. Un'alga unicellulare, il Glenodinium sanguineum, contenente un pigmento rosso, raggiungeva in passato la densità di 2.800 individui per centimetro cubo, conferendo alle acque del lago l'aspetto e il colore del sangue. Antiche leggende narrano di Tresinga, regina di Regoli, che venne uccisa da un re – Alceo – al quale aveva rifiutato la mano. Il sangue della sventurata avrebbe dato origine al lago di Tovel.
Chi si ricorda l'incredibile fenomeno non può non rimanere indignato di fronte alla banalità delle cause che lo hanno relegato nella leggenda, probabilmente per sempre. Nonostante l'opposizione dell'opinione pubblica più qualificata, vennero all'epoca concessi dei permessi di costruzione di alcune ville, che coi loro scarichi spezzarono il magico e delicato equilibrio su cui si reggeva l'esplosione demografica estiva dei Glenodinia, riducendoli oggi a quantità rilevabili soltanto al microscopio.
Il lago di Tovel resta tuttavia un luogo di bellezza incantata con acque limpidissime verde-blu. Fra i pesci che popolano il lago segnaliamo il salmerino. Come non pochi rappresentanti della fauna alpina, è un animale che testimonia con la sua presenza il “recente” passato glaciale della catena. Il salmerino infatti è una specie anadroma fra le più settentrionali, essendo abbondante soprattutto nel Mar Glaciale Artico e nei corsi d'acqua che vi si immettono. Nel lago di Tovel (e in alcuni laghi glaciali del Parco Adamello-Brenta) la popolazione è sedimentaria.
Lago di Tovel
Lago di Tovel (foto Luca Tomasi)