Da alcuni anni il “Filò da la Val Rendena” racconta la storia dell'affresco che campeggia sulla facciata di mezzogiorno della Chiesa di San Vigilio di Pinzolo, ricreando le suggestioni dell’opera di Simone Baschenis attraverso uno spettacolo che coinvolge quasi cento figuranti in costume.
L'artista bergamasco lo affrescò nel 1539, dietro commissione della Confraternita dei Battuti di Sopracqua, ovvero dei flagellanti della comunità di Massimeno, Giustino, Pinzolo e Carisolo.
Nel celebre dipinto, Baschenis ha rappresentato la morte non in modo statico, ma concedendole la forma di dinamismo più elegante: quella della Danza. Qui la morte, nella sua instancabile attività, trascina nel suo Ballo ogni sorta di persona, dal papa al fraticello, dall'imperatore al fanciullo, dalla gentildonna alla monaca. Senza riguardo, imparzialmente, appunto!
La storia di questo affresco che a tante riflessioni induce, viene raccontata ogni anno dal locale gruppo teatrale. La rappresentazione inizia all'imbrunire, quando decine di figuranti in costume ritornano ad animare le vie di Pinzolo, con suggestive scene sacre e profane. Un lungo corteo accompagna poi le migliaia di spettatori dal centro del paese al piazzale antistante la Chiesa di San Vigilio. Proprio al cospetto della Danza Macabra viene ripercorsa la vicenda di Simone Baschenis di Averara, giunto in Rendena per la prima volta nel 1503 all'età di 13 anni, come garzone del nonno, del padre e dello zio, tutti pittori itineranti di Cristi, Santi e Madonne sulle chiesette della Valle. Ricevuto l'incarico dalla Confraternita di Sopracqua, tornò a Pinzolo nel 1539 per realizzare la sua più famosa opera: la "Danza Macabra" sulla facciata della chiesa cimiteriale.
La bravura dei figuranti, lo spessore dei testi del regista Bruno Binelli, lo spettacolo delle luci e delle musiche, l'immagine della Danza Macabra sulla parete della chiesa di San Vigilio creano un'atmosfera suggestiva e toccante che colpisce le migliaia di spettatori che ogni anno assistono alla rappresentazione.
"La hora è fenita"
Lo spettacolo è tra gli eventi più interessanti dell'estate rendenese per il grande spessore culturale, un ponte tra passato e presente, una tradizione che si rinnova ogni anno, riproponendo valori universali nel solco della storia e del costume, ancora vivi, radicati nelle coscienze, un messaggio antico di uguaglianza.
"Mescolare, mescolare, mescolare ... Soltanto mescolando all'acqua un pigmento in polvere di assoluta purezza si ottengono i colori! Poi, se il garzone avrà preparato a regola d'arte il Buon Fresco, il Maestro potrà realizzare la sua opera facendo scivolare giù dal pennello il pigmento sciolto nell'acqua e trasferirà sulla calce la magia delle immagini. Mescolare, mescolare, mescolare...".
Così inizia il monologo di Simone Baschenis nello spettacolo "La hora è fenita" di Bruno Binelli.
Figuranti in costume de "La hora è fenita"